1). Daniele Manacorda, Roma. Il racconto di due città, pp. 276, €28,00, collana Frecce.

Nella sterminata produzione di libri su Roma, sulle sue vicende, il suo paesaggio, i suoi abitanti questo volume, che accompagna il lettore lungo tremila anni di storia urbana, inserisce un’ottica finora mai tentata: quella della tridimensionalità. Attraverso una visione archeologica della stratificazione urbana e delle modalità di accrescimento del suolo, Daniele Manacorda (docente di Archeologia negli atenei di Siena e Roma Tre) propone una risposta originale a una domanda apparentemente insensata: quante Rome si sono succedute nel corso dei secoli? In quale città viviamo oggi quando percorriamo le vie del centro storico più vasto d’Italia? Roma infatti è certamente una ma al tempo stesso è plurale per la complessità delle sue vicende istituzionali e urbanistiche, che ne hanno via via mutato la dimensione e il volto dal solco di Romolo alla metropoli odierna. La prospettiva aperta in queste pagine individua una cerniera nella sua vita millenaria, una “morte” e una “rinascita”, stimolando riflessioni nuove sul tema antico del rapporto fra passato e presente nella città contemporanea.


2). Bruno Pischedda, La competizione editoriale. Marchi e collane di vasto pubblico nell’Italia contemporanea (1860-2020), pp. 544, €44,00, collana Frecce.

Un secolo e mezzo di imprese legate al libro: formule societarie, organigrammi, consistenza economica; e un secolo e mezzo di collane esaminate nei titoli e nelle vendite. Su questo doppio asse si incentra il volume di Bruno Pischedda (docente di Letteratura italiana contemporanea all’Università degli Studi di Milano), partendo dalle grandi serie tardo-ottocentesche (di Sonzogno, Treves, Salani), sino alle universali, ai tascabili, ai recenti supereconomici; e senza dimenticare collezioni altrimenti prestigiose (di Einaudi, Laterza, Adelphi, Sellerio). Le collane, in sostanza, in quanto veicolo di concorrenza e come occasione per tracciare una diversa storia dell’editoria italiana contemporanea.


3). Fulvio Conti e Gianni Silei, Breve storia dello Stato sociale. Terza edizione, pp. 272, €23,00, collana Quality Paperbacks.

Lo Stato sociale ha modellato il vivere civile occidentale. Il libro ne ricostruisce la storia in una prospettiva comparata e di lungo periodo: dall’assistenza ai poveri nell’Inghilterra elisabettiana alle leggi sociali di Bismarck; dalla nascita del concetto di sicurezza sociale nell’America di Roosevelt alla strada seguita in quegli anni dagli Stati totalitari, fino all’impetuoso sviluppo del welfare state in Occidente nel secondo Novecento. Nella terza edizione, il volume di Fulvio Conti (docente di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Firenze) e Gianni Silei (docente di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Siena) illustra i sentieri che lo Stato sociale ha intrapreso per rispondere alle sfide dei grandi cambiamenti sociali, economici e demografici oggi in atto. Dopo essere sopravvissuto a crisi economiche e attacchi ideologici, si è rivelato determinante anche per fronteggiare la pandemia di covid-19, continuando a rappresentare un baluardo di sicurezza per l’umanità.


4). Luigi Allegri e Francesco Cotticelli (a cura di), Alle fonti del teatro. Documenti per la storia dello spettacolo in Occidente, pp. 356, €33,00, collana Studi Superiori.

Il volume, a cura di Luigi Allegri (docente onorario di Discipline dello spettacolo all’Università di Parma) e Francesco Cotticelli (docente di Discipline dello spettacolo all’Università di Napoli Federico II),  ripercorre la storia del teatro in Occidente attraverso i documenti che meglio raccontano le epoche, le idee, le riflessioni, gli spazi che lo spettacolo dal vivo ha avuto in aree e contesti diversi: interventi teorici, testi che sintetizzano come pochi lo spirito dei tempi oppure inaugurano piccole o grandi rivoluzioni, critiche su stili di recitazione, contratti e provvedimenti legislativi che gettano luce su cambiamenti epocali, stralci sull’organizzazione dietro le quinte. Dai frammenti del mondo antico ai manifesti delle avanguardie novecentesche, dalla Poetica di Aristotele alle memorie dei grandi attori in età contemporanea, il racconto si snoda facendo luce sulle fasi principali di un’arte e di un’attività sociale che fin dalle remote origini continua a interrogarsi sulla sua natura e sulle sue finalità.


5). Roberta Colombi, La verità della finzione. Il romanzo e la storia da Manzoni a Nievo, pp. 256, €26,00, collana Lingue e Letterature Carocci.

Nel corso dell’Ottocento, il rapporto verità/finzione, da sempre al centro delle riflessioni teorico-letterarie, trova nei Promessi sposi un modello imprescindibile, ma anche una condanna inappellabile, con la rinuncia di Manzoni ai «componimenti misti di storia e invenzione». In questo studio si indaga la storia di tale rapporto, in una ricostruzione affascinante delle ragioni dell’invenzione, del «vero veduto dalla mente», su quelle della storia. Dopo Manzoni, infatti, e sotto la sua ombra, la cultura preunitaria mostra una nuova consapevolezza del valore conoscitivo offerto dall’immaginazione letteraria; un quadro all’interno del quale Le Confessioni d’un Italiano di Ippolito Nievo appaiono una tappa fondamentale di un percorso di emancipazione in cui sempre più la verità della finzione tenta di affermare il suo diritto di cittadinanza nel panorama letterario italiano. Intrattenendo un rapporto di sostanziale infedeltà con la storia, Nievo mostra al lettore la sua «intelligenza della storia», inverando quelle potenzialità che Manzoni coglieva nella scrittura letteraria, unica capace di offrire anche quel «possibile» inventato dal suo autore. Sullo sfondo del recente dibattito teorico-critico sui confini tra fiction e no fiction e della lunga vitalità di questo modello narrativo, Roberta Colombi (docente di Letteratura italiana all’Università Roma Tre) mostra come il tema del «componimento misto di storia e invenzione» sollevi sempre la questione della responsabilità etico-politica della scrittura letteraria che ci parla, si sa, di mondi finti, ma non per questo falsi.


Buone letture!


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