Franco Marucci, docente di Letteratura inglese nell’Università Ca’ Foscari di Venezia, scrittore, critico letterario, curatore e traduttore di più di sessanta libri e di numerosi saggi su rivista e in miscellanee, torna in libreria con una nuovissima pubblicazione, questa volta per Carocci Editore: Letteratura inglese. Un profilo storico. (pp. 830, €60,00). Compendiare in poco più di ottocento pagine quasi mille anni di letteratura inglese – dalle prime manifestazioni letterarie in «antico inglese», fino ai primi dieci anni del XXI secolo – potrebbe apparire operazione improbabile, complessa, se non addirittura impossibile. Invece, frutto dell’esperienza di quasi vent’anni di lavori e di ricerche, la nuova letteratura di Franco Marucci filtra e comprime, per un pubblico diverso e posteriore, e per una lettura più agile e immediata, una Storia della letteratura inglese in più volumi, già da lui pubblicata nei due decenni passati.

La prima pagina del manoscritto di Beowulf in inglese antico.

Tenendo in vista le nuove acquisizioni metodologiche e una bibliografia in continuo aggiornamento, Marucci si cimenta nell’ardua impresa di comporre una storia della letteratura inglese non «più lunga», ma largamente più densa di scrittori e di opere fra quelle del canone occidentale. Gli obiettivi primari di questa nuova letteratura sono «la leggerezza, l’essenzialità, la concretezza e l’immediata leggibilità. […] Ogni storia letteraria che si scrive ex novo è come un edificio abitativo che assolve più o meno bene le sue funzioni per un certo lasso di tempo, ma che lentamente risulta necessitare di un restyling, di un ammodernamento» anche a causa un «inarrestabile [aggiornamento] della bibliografia critica, [di un’]incessante evoluzione dei metodi e degli approcci» e di un allargamento delle nuove voci contemporanee (dalla Premessa).

La trattazione delle grandi voci letterarie – da Chaucer a Shakespeare, da Marlowe a Dickens, da Virginia Woolf ad Harold Pinter, solo per citarne alcuni – rimane imprescindibile, ma si riconsiderano al tempo stesso autori, generi, correnti e movimenti in passato posti in una posizione marginale (come gli “spasmodici” vittoriani, la poesia giocosa, le letterature regionali). Lo studioso riserva anche particolare attenzione all’ascesa della letteratura femminile, e concede ampio spazio alla variegata e multiforme scena contemporanea, dalla poesia, alla narrativa, alle nuove forme teatrali.

William Shakespeare spesso considerato come uno dei più grandi autori in lingua inglese.

Per fare degli esempi concreti tratti dal volume, a proposito della Tempesta di William Shakespeare, Marucci scrive: «The Tempest è l’opera shakespeariana che dopo Hamlet ha maggiormente suggestionato rifacitori, musicisti e cineasti oltre ai registri del teatro; […] Prospero è il principe rinascimentale colto e raffinato, illuminato, dedito alle arti liberali, quanto il colonizzatore oppressore. Va da sé che ha insegnato al semibestiale Caliban la lingua del colonizzatore, l’inglese. […] The Tempest, quindi, è stato letto come una delle prime metafore del colonialismo, e Shakespeare lancia qui indubbiamente l’inchiesta sulla ragion d’essere del colonialismo stesso.» Andando avanti, e facendo un balzo temporale, a proposito del capolavoro di Charlotte Brontë, Jane Eyre, Marucci scrive: «Jane Eyre (1847) romanza nel suo primo terzo la morte delle due sorelle Maria ed Elizabeth e l’infelice esperienza scolastica di Cowan Bridge, riplasmata secondo le esigenze care al primo romanzo vittoriano con l’aggiunta di qualche strale militante. […] L’amore che sboccia alla fine tra Rochester e Jane non è fondato sull’attrattiva fisica […]: questo amore muove al suo traguardo addirittura a partire da una superficiale repulsione reciproca, e procede sul filo di un lento smussamento degli spigoli.» Infine, volendo fornire un ulteriore breve esempio, a proposito di Hanif Kureishi (1954), scrittore e drammaturgo di origini pakistane, lo studioso scrive: «Spesso il corollario di Kureishi è la disunione, ma insieme l’attesa di una ricementazione nei rapporti interpersonali, i cui poli separati e distanti sono tanto generazionali, tra genitori e figli, quanto razziali, con l’immigrazione che riunisce in un identico spazio etnie diverse che cercano di miscelarsi.» Tantissimi altri esempi potrebbero essere illustrati per chiarire più esaustivamente le posizioni critiche dello studioso; fatto sta che la concisione di questa storia letteraria non preclude assolutamente al lettore, allo studente, o ad un semplice avventore, una conoscenza approfondita, completa, aggiornata e ricca di nuove acquisizioni bibliografiche del canone della letteratura inglese.


SCHEDA DEL LIBRO

Titolo: Letteratura inglese. Un profilo storico

Autore: Franco Marucci

Casa Editrice: Carocci

Prezzo: €60,00, collana Frecce

Anno di pubblicazione: Ottobre 2020


Consigli di lettura

«Introduzione allo studio della letteratura inglese», di Marco Canani, Francesca Chiappini, Sara Sullam, Carocci Editore, 2017, pp. 220, €21,00.

Perché il teatro occupa una posizione centrale nella civiltà letteraria inglese? Come nasce il romanzo e quali forme specifiche assume nell’isola? Come evolve la poesia inglese da quando gli elisabettiani importano il sonetto dall’Italia? Il volume fornisce una risposta a queste e altre domande, proponendosi come utile avviamento all’analisi del testo letterario inglese e offrendo una panoramica dello sviluppo dei principali generi: poesia, romanzo e teatro. Ogni capitolo è corredato di numerosi esempi distribuiti su un arco temporale che va dal Cinquecento al secondo Novecento. Insieme al tradizionale manuale di storia letteraria, questa guida presenta gli strumenti critico-metodologici indispensabili e le coordinate essenziali per lo studio della letteratura inglese.


«La letteratura inglese dal Rinascimento all’Umanesimo (1485-1625)», a cura di Michele Stanco, Carocci Editore, 2016, pp. 432, €38,00.

Che cos’è l’Umanesimo? Quando nacque il Rinascimento? Quanti drammi ha scritto Shakespeare? Si tratta di domande apparentemente semplici (soprattutto l’ultima), in realtà insidiose. L’Umanesimo e il Rinascimento sono, innanzitutto, un corpus di documenti e l’insieme delle “narrazioni” che li collegano tra loro. Gran parte, però, dei documenti e dei testi dell’epoca sono andati persi, e molti di quelli che ci sono pervenuti sono passibili di interpretazioni diverse. Partendo da tali premesse, il volume, anziché suggerire facili risposte a quesiti complessi, fornisce una serie di strumenti metodologici utili a inquadrare i fenomeni storico-letterari nel loro farsi. Alle esaustive presentazioni di autori e di opere (corredate da puntuali schede bibliografiche) sono affiancate approfondite analisi relative ai contesti storico-filosofici, ai rapporti tra drammaturghi e compagnie teatrali, alla costituzione del canone, alla definizione dei generi, al concetto stesso di “autore”. Ne emerge un panorama ampio e frastagliato, all’interno del quale i testi letterari sono riletti alla luce delle condizioni materiali che ne accompagnarono la produzione.


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