Nata nel 1931 a Milano, Alda Merini ha precocemente esordito in poesia con le raccolte La presenza di Orfeo (1953), Paura di Dio (1955) e Nozze romane (1955). Ugualmente precoce è stata la fortuna incontrata presso la critica, tanto che Maria Corti, a proposito delle prime raccolte, ha individuato nelle poesie della Merini una «fusione ossimorica di impulsi religiosi ed erotici, cristiani e pagani», che pure tendono a comporsi in un dettato di limpida chiarezza. Temi ricorrenti nelle sue poesie sono, fra i tanti, i disturbi psichici, il contrasto fra la pulsione dei sensi e la tensione mistico-religiosa, la condizione di depressione e reclusione, traumaticamente richiamata dall’esperienza dolorosa e disumana del manicomio. Solo la poesia sembra, per la poetessa, essere in grado realizzare compiutamente le radici più autentiche di un’esistenza, le immagini più accese del desiderio e della fantasia. Un racconto visivo e a doppio binario, modellato sulla vita e sui  versi della Poetessa dei Navigli, anima le pagine di questo libro, per un intimo e appassionato omaggio d’autore.

Alda Merini è dipinta senza volto.

Si muove tra le mura di casa, scende per le vie di Milano alla ricerca del calore di un contatto.

E insieme c’è un’altra Merini – di nuovo immaginata – che si trascina collina dopo collina per conoscere da vicino amore, violenza, pietà.

«Questo racconto», nota l’autrice, «è narrato su due binari distinti e complementari. Nella parte superiore della pagina, un’Alda Merini spesso senza volto percorre prima quelle pareti di casa spesso ricordate nelle sue poesie, per poi scendere in strada e cercare un vero contatto umano. Al tempo stesso, nella pagina scorre un’altra Merini immaginaria, che si trascina da un paesaggio all’altro, si affaccia su vaste vallate tratteggiate, dove conoscerà l’amore, la violenza, la pietà. Con la sola grafite viene riportata la sua esperienza manicomiale, sospendendo la storia all’incirca a metà per far sì che siano le immagini dei boschi, barche e rinascite paludose a descrivere l’inferno vissuto e dal quale è riuscita ad alzarsi. Le poesie che collidono nel racconto seguono un certo andamento temporale. All’inizio della giornata, i versi trattano di una giovane sposa, mentre dopo lo stacco in bianco e nero ci sono quasi sempre poesie posteriori al suo lungo silenzio. Talvolta l’incredibile ricchezza del linguaggio metaforico della poetessa stride vicino al parlato quotidiano, ma è un accostamento teso ad esaltare la potenza dei suoi versi. Per questa seconda edizione del fumetto, posta davanti alla possibilità di cambiare qualche disegno, ho scelto di non farlo: ho voluto che restasse tutto così come è uscito nella prima edizione. Onesto, acerbo e a tratti inconsapevole. Per alcune tavole, quelle più riuscite, mentre ci lavoravo mi ero sentita allora come attraversata da una sorta di trance. Ce ne sono altre che oggi, invece, non amo. Ma non le rinnego, le lascio tutte, e accetto gli errori.»

Quando lottavo duramente il giorno
per sradicare l’ora del mio cuore,
sola entità di tenebre, angosciosa
era questa fatica alle mie mani.
… sento che in me recede il rigoglioso
volume del mio sangue e che più dolce
mi è liberare sguardi di paura.

Cristo portacroce, 11 novembre 1952.

Alda Merini si muove tra le strade affollate di Milano, vaga alla ricerca di passione, di emozioni, di vita; cerca il calore di un contatto, il senso di sicurezza in uno sguardo, la pietà, l’amore, la poesia. Si sente smarrita tra la gente, inadatta al mondo che la circonda, esule da una vita che tanto le ha dato, ma che troppo le ha tolto, portandole vita tutto e lasciandole niente. Ha bisogno di persone che la riempiano di insegnamenti, che la facciano volare via; ha anche bisogno di grandi cuori che non soffocheranno più la sua rima, che chiuderanno quel silenzio dalla sua gola in un «trappola da sacrificio.» Vaga spensierata alla ricerca di desideri, sprezzante, quasi risoluta. Cos’è poi la spensieratezza, se non la volontà di vivere la vita con attimi di follia?

Ho sentimento di una cosa strana
che tutta mi colora e m’indurisce…

… questa tua apparizione così bella
che a me non sembri un uomo ma una stella.

Ho sentimento, 2002.

Cessato è finalmente questo inferno,
già da gran tempo, ormai la primavera:
l’indole giusta
del sonno mi risale alle caviglie
mi colpisce la testa come un tuono.

Cessato è finalmente questo inferno, 1984.


L’AUTRICE

SILVIA ROCCHI vive a Bologna, dove lavora come fumettista e illustratrice. Ha pubblicato le sue opere con le maggiori case editrici italiane (BeccoGiallo, Rizzoli Lizard, Eris Edizioni, Feltrinelli Comics). Con Brucia, il suo graphic novel pubblicato da Rizzoli Lizard nel 2017, vince il Premio Boscarato 2018 come miglior autrice unica. Ha collaborato come illustratrice – tra gli altri – con il Goethe Institut, Libera, Vice, Linus e Viaggi e Miraggi.


SCHEDA DEL LIBRO

Titolo: Alda Merini – Ci sono notti che non accadono mai

Autore: Silvia Rocchi

Casa Editrice: BeccoGiallo Edizioni

Prezzo: 18,00 €

Anno di pubblicazione: Marzo 2019


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