Titolo: Ciò che inferno non è     

Autore: Alessandro D’Avenia

Editore: Mondadori

Pagine: 317

Alessandro D’ Avenia si mette in gioco con la stesura di questo romanzo, affrontando uno dei temi più discussi, crudi, ignorati e mio malgrado taciuti della storia italiana: la mafia. Ho conosciuto D’ Avenia grazie proprio a questo libro; sono rimasto positivamente colpito dalla sua lettura, e fin dalla prima pagina l’ho adorato. Sia per la ricchezza di citazioni cavate dalla letteratura, sia per la prosa in alcuni punti poetica, l’ho trovato a dir poco sorprendente. D’ Avenia è proprio maestro in questo; l’amore che mette nel suo lavoro, l’interesse che trasmette ai suoi ragazzi, l’umanità con cui si pone davanti i problemi della vita, sono ampiamente espressi in quest’opera. L’ambito scolastico nel quale lavora gli permette di osservare i ragazzi da un punto di vista ravvicinato, sebbene entrare a capofitto nel mondo adolescenziale sia un’impresa molto ardua per il mondo degli adulti.

La vicenda narrata è ambientata a Palermo, nell’estate del 1993.

Il nostro protagonista è Federico, un ragazzo di diciassette anni, che frequenta il Liceo Classico Vittorio Emanuele II di Palermo. Studente modello, e appassionato fin da piccolo alla letteratura, ha dentro di se un mare di domande a cui non riesce a dare una risposta.

È da poco conclusa la scuola, e Federico si trova catapultato in quelle torbide estati che caratterizzano la sua bellissima regione, la Sicilia; ma questa sarà un’estate diversa, un’estate che segnerà per sempre la sua esistenza. Si troverà a scoprire “un’altra” Palermo, quella del quartiere Brancaccio, fatta di casermoni infernali in cemento, di Cosa Nostra, ma anche una città del coraggio e della speranza.

Qui, Padre Pino Puglisi, sacerdote del quartiere, è come uno spiraglio di luce durante un brutto temporale. Con la sua spiccata intraprendenza a condurre l’uomo verso il bene, verso l’amore, riesce a coinvolgere Federico, suo alunno, che si accorgerà quanto la realtà osservata da un punto di vista esterno sia molto differente da quando la si vive. È impossibile che il lettore non partecipi con trepidazione alle vicende narrate, perché D’ Avenia riesce a coinvolgere con entusiasmo chiunque legga il suo libro, facendo accendere un piccolo barlume di speranza, e infondendo fiducia nelle opere di bene.

Nonostante tratti di argomenti molto forti e crudi D’ Avenia è riuscito a interpretarli con uno stile sorprendentemente poetico, infatti moltissime frasi mi hanno colpito perché di una bellezza disarmante.

Con questo romanzo D’ Avenia ha superato se stesso, producendo uno degli scritti che ho amato davvero tanto, facendo aumentare in me la sua stima per lui, e attendendo con trepidazione una sua prossima creazione. Un libro che consiglio vivamente col cuore, e sono sicuro che non deluderà nessun lettore.

Ci sono posti

dove l’inferno non può arrivare,

neanche all’inferno.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.