Nella notte del Getsemani, la notte fatale, Gesù appare nella sua più radicale umanità. Ancor più della crocifissione e della morte, «questa notte parla della finitezza vulnerabile della vita del Cristo, parla di noi, della nostra condizione umana.» Nell’orto degli ulivi, Gesù, in uno stato d’animo di profonda volubilità, mostra il lato più autentico dell’essere un uomo; Egli è lasciato solo, in balia della solitudine e del silenzio; «il suo sudore – come scrive Luca – diventò come gocce di sangue che cadono a terra» (Lc 22,44). «Questa notte non è la notte di Dio, ma la notte dell’uomo. In essa si consuma la vera passione di Cristo: Dio si ritira nel silenzio abissale del cielo non risparmiando all’unico suo figlio prediletto l’esperienza traumatica della caduta e dell’abbandono.»Un senso di disperazione, sofferenza, debolezza e incapacità pervade il Cristo; rivolgendo le proprie preghiere al Padre, affinché possa attenuare questa dolorosa tribolazione, Gesù si mostra senza difese verso le ore buie di questa notte. Ma da Dio non giunge alcuna risposta, solo un silenzio assordante invade la notte del Getsemani, un silenzio tanto temuto e ora arrivato, un silenzio che lo fa sprofondare lentamente nell’abisso del dolore, che mette alla prova la sua volontà e la sua stessa vita. Nella notte del Getsemani Gesù incontra la radice più profonda della preghiera; ed è solo grazie a questa esperienza che può trovare il modo di superare questa notte fatale: Egli si consegna al proprio destino, alla «Legge singolare del proprio desiderio», accoglie l’alterità della Legge e assume la condizione di mancanza non come errore, come incontro con quello che veramente è.

La notte del Getsemani è anche la notte dell’abbandono. Gesù, dopo l’Ultima Cena narrata dai Vangeli, si ritira nell’orto degli ulivi, luogo fatale in cui proverà su di sé la tragica esperienza della caduta. Alla testa di un gruppo di uomini armati, arriva Giuda l’Iscariota, uno dei dodici discepoli, che indica Gesù ai soldati baciandolo. Da questo momento in poi, la caduta di Gesù è inevitabile: baciandolo, Giuda ha sancito il gesto del tradimento come un atto che si compie nei confronti di una persona riconosciuta essenziale per la propria vita. «Il vero tradimento è solo verso il più prossimo […], verso colui al quale siamo legati da un patto fondato sulla parola […].» Giuda, quindi, tradendo la fiducia di Cristo (Recalcati lo definisce un tradimento “politico”, per denaro, per disaccordo con la condotta del Maestro e volontà di distruggerlo) sprofonda nel baratro della morte suicida, il suo amore deluso si trasforma in odio, la fedeltà in infedeltà. Giuda, però, non è il solo a tradire Cristo. Anche Pietro, il più fedele dei suoi discepoli, colui che ribadisce con maggior impeto il suo amore ligio e inscalfibile, tradisce Gesù per paura, per debolezza, per fragilità umanissima. Il triplice rinnegamento dell’apostolo entra in dissonanza con il suo essere, è innanzitutto un tradimento di se stesso. «Pietro, io invece ti dico che prima che il gallo canti una seconda volta domani mattina, mi avrai rinnegato tre volte». (Mc 14,29) Gesù è consapevole del tradimento di Pietro, ma sa in cuor suo che il fedele compagno è sincero quando assicura a Lui la sua fedeltà; l’amore del discepolo non è un amore deluso come quello di Giuda, è solo un amore “imperfettamente umano”, un amore che può cedere, sfaldarsi, disfarsi, cadere e scivolare. Nel cuore umano non può soggiornare un amore perfetto, esemplare, inappuntabile. «Pietro riflette l’ambivalenza drammatica che percorre ogni legame d’amore. […] Il suo tradimento rivela una contraddizione che appartiene all’umano: non sempre siamo coerenti con il nostro desiderio. […] Il gesto umanissimo di Pietro ci insegna che la fragilità e la contraddizione appartengono anche all’amore più puro, al desiderio più preciso, che, sempre, la vita umana è esposta al rischio dello smarrimento e dello sbandamento.» Se Giuda sceglie la via senza ritorno della morte, Pietro si abbandona ad un pianto umanissimo. «Le lacrime di Pietro insegnano qualcosa di essenziale sull’amore umano. È sempre possibile cadere nel baratro del tradimento, non essere coerenti con la propria parola, contraddirsi, sbagliare, fallire, tradire il proprio desiderio. Ma saper cogliere la propria incoerenza, la propria contraddizione, il proprio errore, il proprio fallimento, il proprio tradimento non impedisce l’amore, ma lo fonda, lo rende possibile, lo istituisce. Il pianto di Pietro non mostra la fine di un amore, ma sua ripartenza dopo la caduta. L’amore ideale non esiste, l’amore senza mancanza e senza contraddizione non appartiene alla vita umana. L’insegnamento più alto delle lacrime di Pietro consiste nell’accogliere e non rigettare la propria mancanza, nel non rinnegarla come invece ha rinnegato il suo maestro. Nel fare della propria mancanza il fondamento nuovo del suo amore.»

Dall’abbandono di Dio e dei discepoli, dall’ineluttabile caduta e dalla fine di ogni preghiera, a Gesù non rimane altro che consegnarsi nelle mani del Padre: «non sia fatta la mia, ma la Tua volontà», conclude travagliato il Maestro. L’insegnamento che mostra il Gesù del Getsemani è che l’esperienza dell’assenza di Dio rende, paradossalmente, Dio più vicino all’uomo. La forza della preghiera, quindi, non è semplicemente consolatoria e confortante, ma è molto di più: con la preghiera l’Io cede, indietreggia, si affida all’Altro, sebbene l’Altro non risponda. Nella notte del Getsemani non c’è Dio, c’è solo l’uomo nella sua più radicale umanità.


L’AUTORE

MASSIMO RECALCATI (1959), psicoanalista tra i piú noti in Italia, dirige l’IRPA (Istituto di ricerca di psicoanalisi applicata) e nel 2003 ha fondato Jonas Onlus (Centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi). Collabora con il quotidiano «la Repubblica» e insegna all’Università di Pavia e di Verona. Ha pubblicato, per Einaudi, L’ora di lezione (2014), I tabù del mondo (2017 e 2018) e La notte del Getsemani (2019).


SCHEDA DEL LIBRO

Titolo: La notte del Getsemani

Autore: Massimo Recalcati

Casa Editrice: Einaudi

Prezzo: 14,00 €

Anno di pubblicazione: Maggio 2019


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