Definito da Le Figaro come «una drammaturgia implacabile, una narrazione corale, feroce e edificante, una favola nera come raramente se ne sono lette», il nuovo romanzo di Philippe Claudel – scrittore francese classe 1962, approdato in Italia con L’Arcipelago del Cane per Ponte alle Grazie, nella collana Scrittori -si impone subito come un’opera di scottante attualità, un apologo potente contro l’odio e l’ipocrisia che regnano sommersi nella coscienza di ogni uomo, una parabola sulla crisi del Mediterraneo, che diviene il porto sepolto per migliaia di anime alla ricerca di speranze e di nuove vite. Sull’Arcipelago del Cane, costellazione di isole vulcaniche a metà strada tra due continenti, il tempo sembra essersi fermato. Gli abitanti dell’isola non si sentono parte del resto del mondo; attaccati alla loro terra, guardano con diffidenza la vita e gli abitanti del continente, nutrendo uno spasmodico disprezzo verso tutto ciò che non sia necessariamente legato alla loro terra d’origine. Una tiepida mattina di settembre, il mondo irrompe prepotentemente nell’Arcipelago: il mare deposita sulla spiaggia tre cadaveri; non si sa di chi siano, né come siano finiti lì. Resta il fatto che per le autorità dell’isola – il bizzarro Parroco, il Sindaco, il Dottore e l’anziana maestra di scuola, la Vecchia – questi tre corpi devono sparire, pena l’arrivo dei giornalisti, la fine della quiete e il rischio di compromettere irreparabilmente un futuro sviluppo turistico. Nessuna pietà per quei morti, e neppure per coloro che oseranno chiedersi da dove siano venuti. Philippe Claudel imbastisce un romanzo potente, scottante, incisivo, che non lascia spazio a pietismo e che non fa sconti; ne esce fuori una grande narrazione che mette a nudo l’anima dei personaggi che prendono parte alla storia, in un ballo poliedrico di mosse contorte e ipnotiche che abbaglia il lettore per la ferocia e la crudezza dei loro gesti, delle loro parole, e delle loro azioni. Claudel scava nell’interiorità di ogni singolo personaggio, mette in luce le sue contraddizioni, le sue ansie, le sue paure e le sue inconfessabili verità; con una scrittura evocativa e penetrante, che non si lascia sopraffare dalla scottante attualità narrata nel romanzo, lo scrittore mette in scena, magistralmente, una favola nera, una storia di colpe che non si ha il coraggio di confessare, un appello che non può lasciare indifferente, una tragedia oscura, contemporanea, in cui, alle note della più bruciante realtà, fanno eco i temi da sempre toccati nella grande letteratura: la giustizia, la colpa, il rispetto per la verità, e il rispetto verso gli altri. La potenza evocativa del romanzo viene consegnata nelle mani del narratore: già in principio, la voce che narra la storia si dichiara completamente estranea ai fatti. È semplicemente una voce, «né uomo, né donna», che racconterà nell’ombra, che è stata testimone dei fatti, che vede tutto, e a cui non sfugge nulla. Tutto viene, così, generalizzato. Infatti i personaggi non hanno nomi: «poco importano i nomi degli esseri che la popolano [l’isola]. Si potrebbero mettere i vostri al loro posto. Vi somigliate moltissimo, usciti come siete dallo stesso immutabile stampo.» I fatti, continua poi la voce narrante,  «di cui vi dirò si sono svolti ieri. Pochi giorni fa. Un paio d’anni fa. Non più. Scrivo “ieri” ma forse dovrei dire “oggi”.» Con l’originalità di uno stile narrativo forte e incisivo, Philippe Claudel parla del mondo di oggi sull’orlo del baratro e vicino all’apocalisse, dove tragedia e realtà diventano inconfondibili, e dove il Mediterraneo, il grande Mare Nostrum per i Romani, diviene un luogo, a detta di Le Monde, «in cui il giardino del Candide di Voltaire confina con l’Inferno di Dante, e dove Antigone seppellirebbe il fratello accanto ai naufraghi venuti dall’Africa.»


L’AUTORE

PHILIPPE CLAUDEL è nato nel 1962 in Lorena. Scrittore noto in tutto il mondo e membro dell’Académie Goncourt, ha raggiunto il successo internazionale con il romanzo Le anime grigie (Ponte alle Grazie, 2004), tradotto in trenta Paesi e vincitore del premio Renaudot. Tra i suoi titoli usciti in Italia ricordiamo anche La nipote del signor Linh(2005), Il Rapporto (2008) e Profumi (2013), tutti usciti per Ponte alle Grazie. Nel 2008 ha esordito come regista con il film Ti amerò sempre, seguito nel 2011 da Non ci posso credere, con Neri Marcorè e Stefano Accorsi.


SCHEDA DEL LIBRO

Titolo: L’Arcipelago del Cane

Autore: Philippe Claudel

Casa Editrice: Ponte Alle Grazie

Prezzo: 16,00 €

Anno di pubblicazione: Maggio 2019


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