«Sapevo poco di Girolamo Comi», scrive Gian Luigi Beccaria, noto linguista e critico letterario, membro dell’Accademia della Crusca, «(qualcosa avevo letto nelle pagine di Marti e Macrì): è stato Donato Valli a farmelo riscoprire con la sua edizione critica. Mi è sembrato un caso talmente unico nel Novecento italiano che ho cominciato a leggerlo con attenzione: un caso non certo isolato, perché era poeta che aveva fatto tesoro […] degli autori francesi, […] autori che lo aiutarono a combinare – scriveva Macrì – “il roccioso ossame salentino e la cultura simbolista e religiosa oltremontana.”  Ma nonostante quei legami, Comi resta un caso anomalo, un’eccezione solitaria nel panorama della poesia del Novecento.» La poesia di Comi, data la grande presenza di riferimenti filosofici, religiosi, letterari e finanche esoterici, è difficilmente ravvisabile in un canone poetico ben definito: la sua esperienza artistica è talmente singolare che non può essere associata a nessun ordine culturale, a una scuola, a una tendenza, a maestri chiaramente individuabili, tantomeno alla classica tradizione poetica del Novecento. La sua si potrebbe definire una «poesia filosofica», come nota Beccaria, genere poco praticato nelle patrie lettere. «La sua poesia non mi pare nascere da una opzione che proceda il suo farsi», continua il critico, «come sussidio di una elaborazione filosofica. La tensione conoscitiva di Comi resta difatti qualcosa di irrisolto nel corso dell’opera, a vantaggio di una glorificazione continuata dell’armonia cosmica che pervade il mondo fisico percorso dal vento dello Spirito.» La poesia di Comi non conosce e non vuole traumi linguistici ma splendore e solennità, la forza del dire. Egli si avvicina alla poesia come per trasmettere un messaggio originario scritto da sempre nel cosmo, dove regna concordia tra l’essere e il dire, e tutto è richiamo, reciprocità. In una sola parola: armonia.

Appartenendo ad una linea di poesia novecentesca particolarmente originale, che sfocia in un linguaggio artisticamente autonomo, la poesia di Comi, distaccandosi dai modelli tradizionali, ha avuto scarso successo sia tra il pubblico sia tra gli editori, risultando inevitabilmente esclusa anche dalla critica, che poca importanza le ha dato e ne dà ancora oggi. Il poeta salentino pubblicò, per molti anni, le proprie opere in auto edizioni, quasi sempre in numero estremamente ridotto; ciò ha portato, inesorabilmente, ad una irreperibilità delle sue raccolte, che risultano introvabili sia in commercio sia nelle biblioteche pubbliche. Di recente, per omaggiare il poeta salentino a 50 anni dalla sua scomparsa, una Casa Editrice salentina, la Musicaos Editore, con sede a Neviano (Lecce), ha portato avanti un percorso di ricerca critico-filologica molto accurata, con la volontà di concedere al poeta la rispettabilità poetica che egli merita, pubblicando in una ricca antologia le tre raccolte più celebri di Comi: Spirito d’armonia; Canto per Eva; Fra lacrime e preghiere. Il volume raccoglie, inoltre, un abbondante apparato critico, curato da Antonio Lucio Giannone, docente ordinario di Letteratura italiana contemporanea presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Salento, e Simone Giorgino, coordinatore del centro di ricerca PENS- Poesia Contemporanea e Nuove Scritture, del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Salento. A proposito della poetica di Comi, Giannone dice: «Comi rifiuta quel tipo di poesia che mette al centro del proprio interesse l’io, le angosce individuali, le inquietudini esistenziali, i propri sentimenti, cioè la poesia di tipo lirico. La poesia […] deve essere un’attività di tipo totalizzante, a cui bisogna riservare una dedizione assoluta, rifuggendo volutamente, con profonda convinzione, la gloria, il facile successo, l’applauso del pubblico.» Dalle parole di Giannone emerge, dunque, l’essenza stessa della poesia: la parola rivela l’eternamente detto, la parola che racconta il creato è essa stessa il creato; la gloria, il facile successo non sono della poesia, ma solo una mera strumentalizzazione di essa. Fare poesia significa concedere se stessi al creato, facendone parte e fondendosi con la sua armonia, ponendo domande al mistero che nasconde verità celate da sempre dentro il cosmo. Nella sezione finale del volume, Un aristocratico isolamento. La fortuna critica di Comi, Giorgino scrive: «Comi morì nel 1968, senza riuscire ad ottenere, in vita, un pieno riconoscimento del valore della sua poesia. All’indomani della sua scomparsa dalle pagine del “Corriere della sera”, del 4 aprile, Carlo Bo lo ricorda, infatti, come un poeta ancora tutto da scoprire, non solo “per la famiglia dei critici più avveduti, ma per i lettori comuni”.»

Motivo di poesia più che d’amore
talvolta appari: ma poesia e amore
si confondono in una visione
in fondo al cuore e dentro la ragione.

GIROLAMO COMI, CANTO PER EVA


SCHEDA DEL LIBRO

Titolo: Poesie. Spirito d’armonia; Canto per Eva; Fra lacrime e preghiere.

Autore: Girolamo Comi. Ediz. a cura di Antonio Lucio Giannone e Simone Giorgino

Casa Editrice: Musicaos Editore

Prezzo: 25,00 €

Anno di pubblicazione: Marzo 2019


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