Archeologia Medievale

1). Maren Elisabeth Schwab e Anthony Grafton, L’arte della scoperta. Scavare nel passato nell’Europa del Rinascimento, pp. 280, €24,00, collana Saggi.

Agli albori del XV secolo, in un’abbazia benedettina di Padova, fu rinvenuta una teca contenente i resti mortali dello storico romano Tito Livio. La scoperta fu accolta con lo stesso entusiasmo riservato alle reliquie di un santo cristiano e servì a stabilire una serie di modelli e pratiche rivelatisi durevoli. Il volume racconta le storie degli antiquari rinascimentali, i quali trasformarono i resti materiali del mondo antico in fonte d’ispirazione per studiosi e artisti, esempi per le decorazioni di palazzi e chiese, oggetti di culto e luoghi di pellegrinaggio. Gli autori accompagnano il lettore all’interno di scantinati, caverne e cisterne, spiegando come venivano intrapresi gli scavi e facendo luce sui metodi che gli antiquari – nonché gli alchimisti e gli artigiani da loro consultati – utilizzavano per interpretare le loro scoperte. Ne emerge non tanto una storia delle origini dell’archeologia moderna o della storia dell’arte, quanto un resoconto del modo in cui le abilità artigianali e le competenze tecniche dell’Età moderna furono utilizzate per creare nuove conoscenze sul passato e ispirare nuove forme di arte, erudizione e devozione nel presente.


Storia del Cristianesimo

2). Bart D. Ehrman, Armageddon. Che cosa dice davvero la Bibbia sulla fine del mondo, pp. 216, €19,00, collana Sfere.

Descrizione delle calamità che Dio scatenerà realmente sulla terra alla fine dei tempi o narrazione metaforica volta a dare speranza e consolazione a coloro che vivono una vita di sofferenza? Secondo Bart Ehrman, l’Apocalisse di Giovanni non è né l’una né l’altra. E forse non riflette pienamente neanche il messaggio di Gesù, tanto da rischiare di non essere nemmeno inclusa nel Nuovo Testamento. Ciò nonostante, in un’epoca come la nostra, segnata da fame, migrazioni di massa, epidemie, guerre e riscaldamento globale, e da un atteggiamento fatalistico e d’impotenza rispetto alle crisi che siamo chiamati a fronteggiare, può valere la pena tornare a riflettere sui temi e sulle suggestioni che questo testo straordinario continua a suscitare.


Letteratura italiana contemporanea

3). Paola Italia (a cura di), Gadda, pp. 512, €43,00, collana Studi Superiori.

L’opera di Gadda è ormai considerata un capolavoro del modernismo europeo: uno straordinario strumento di conoscenza della realtà e degli individui che la abitano, indagati con gli strumenti della filosofia, della letteratura, delle matematiche; un viaggio nelle possibilità espressive della lingua italiana, che Gadda ha reinventato a partire dalla tradizione letteraria, da Dante a Manzoni. Un’opera totale: dalle drammatiche pagine di guerra agli irresistibili racconti e “disegniumoristici, dai romanzi-mondo solo apparentemente “incompiuti” alle incantevoli prose di viaggio e alle acuminate riflessioni sulla propria Ars poetica, fino alle geniali e sconvolgenti invenzioni della satira e dell’invettiva, dove la parola corrode la realtà e brucia la pagina. Il volume raccoglie i contributi critici di studiose e studiosi di più generazioni, che accompagnano il lettore in una rilettura complessiva, chiara e appassionata, dell’opera gaddiana, aggiornata alle ultime novità testuali e alle più recenti prospettive interpretative, per rinnovare il piacere e confermare la vitalità della sua impareggiabile prosa.


Lingua e letteratura latina

4). Paolo Chiesa, La trasmissione dei testi latini. Storia e metodo critico. Nuova edizione, pp. 276, €27,00, collana Studi Superiori.

La conoscenza che abbiamo delle opere latine dell’antichità e del medioevo è legata all’affascinante percorso attraverso il quale sono giunte fino a noi. Saper decifrare questo percorso è un presupposto necessario per la ricostruzione e la comprensione dei testi originari. Il volume, in una nuova edizione aggiornata alle più recenti acquisizioni della ricerca, propone una storia sintetica della trasmissione delle opere latine, dall’antichità fino alla prima età moderna, e illustra i metodi critici con cui i filologi di oggi analizzano quanto è tramandato nei manoscritti, alla ricerca delle forme primitive. I casi di studio sono divisi in due serie: la prima presenta alcuni importanti momenti della trasmissione storica dei testi, a partire dalla loro circolazione antica fino all’esame di cui furono oggetto nell’età umanistica; la seconda esemplifica i principali punti del metodo critico, prendendo in considerazione le opere di alcuni grandi scrittori latini classici e medievali, da Lucrezio ad Apuleio, da Tacito a Dante.


Letteratura italiana contemporanea

5). Fabio Moliterni, Finzioni meridionali. Il Sud e la letteratura italiana contemporanea, pp. 136, €15,00, collana Lingue e Letterature Carocci.

Il volume riattraversa criticamente alcuni testi e momenti esemplari della letteratura meridionale dal secondo Novecento a oggi, dai racconti di Rina Durante alle poesie di Vittorio Bodini e di Nino De Vita, dalle prose di Leonardo Sciascia e Pier Paolo Pasolini agli stili etnografici adottati da Carlo Levi ed Ernesto de Martino, per arrivare ai romanzi dedicati allo scandaglio delle trasformazioni paesaggistiche e identitarie nei tanti Sud d’Italia. Ne emerge una dimensione abitata da lingue, culture e punti di vista decentrati, spesso relegati ai margini dai canoni letterari nonché dalle geografie predominanti. Queste finzioni meridionali propongono un modello di mondo antagonista, intrinsecamente alternativo o “laterale” rispetto alle rimozioni e alle retoriche trionfanti della contemporaneità. Interrogano in chiave antropologica e politica l’identità del Meridione come uno spazio in movimento fatto di scambi e antitesi, scontri e relazioni: un’idea di Sud come insieme di tempi e luoghi autonomi che resistono al pensiero unico del progresso e individuano il motore della storia nella centralità del conflitto tra gruppi sociali, ideologie e linguaggi.


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