Il teatro si presenta come una delle forme di comunicazione più complesse: è un fenomeno culturale composito e molto articolato, sia nelle sue evoluzioni storiche sia per quanto riguarda gli aspetti letterari e quelli più specificamente tecnici. Assistere a uno spettacolo teatrale, che “rappresenta una storia”, è un’esperienza molto diversa dal leggere un libro, che “narra una storia”. Nel teatro, a differenza del romanzo, il personaggio è una persona fisica, un attore che occupa la scena in modo visibile, che appare vestito e truccato come richiede il contesto della storia. La figura del teatrante suscita negli spettatori impressioni che nascono dall’immaginazione in presenza.

Le maschere teatrali raffiguranti la tragedia e la commedia: costituiscono ancora oggi uno dei simboli dell’arte teatrale nel suo complesso.

Gli studiosi delle culture primitive (antropologi) e quelli della società contemporanea (sociologi) hanno messo in risalto, attraverso studi specifici, un fattore fondamentale che permea il teatro sin dalle sue origini: la condivisione di un’emozione dominante. Infatti, sin dagli albori, gli spettatori di una rappresentazione teatrale erano propensi a nutrire sentimenti comuni e universali, come quando si assiste ad un evento sportivo e i “tifosi” sostenitori della stessa squadra, anche se non si conoscono tra di loro, condividono l’entusiasmo verso gli stessi colori sociali. Nel teatro, il linguaggio dei personaggi è per molti aspetti simile al parlato, ovvero alla lingua usata tutti i giorni. E i personaggi, cardine della rappresentazione scenica, si esprimono attraverso un linguaggio performativo, ossia finalizzato all’esecuzione di azioni e gesti.

Sin dalle sue origini, che gli studiosi collocano nell’antica Grecia del V secolo a.C., il teatro mette in scena personaggi, situazioni, modi di vedere la vita, che si offrono a una identificazione emotiva tutta particolare. Ogni personaggio, dunque, incarna una condizione umana sempre diversa, un’interpretazione della vita multiforme, sfaccettata, a volte problematica. Guido Paduano, professore emerito di Filologia classica all’Università di Pisa, studioso del teatro antico e dell’epica greca e latina, esperto di teoria della letteratura e di teatro musicale dell’Ottocento, torna in libreria con una nuova pubblicazione, Teatro. Personaggio e condizione umana, edita da Carocci (pp. 210, €19,00). In questo agile volumetto, lo studioso percorre un personale e selezionato itinerario attraverso alcuni tra i massimi capolavori della letteratura teatrale di tutti i tempi; indaga con sguardo attento e penetrante alcuni tra i personaggi più celebri, da Edipo ad Elettra, da Macbeth a Faust, dai personaggi di Ibsen a quelli di Brecht. Vengono ripercorsi dallo studioso molti temi nevralgici del teatro: l’eterna dialettica di desideri e remore, la difficile interiorizzazione del giudizio morale, il valore della verità, l’identità dell’uomo e la sua libertà… Tutti questi problemi vengono affrontati da Paduano attraverso il contatto diretto con molti capolavori, che per lo più si addensano in momenti strategici della storia culturale: l’Atene del V secolo a.C., Seneca come ineludibile crocevia della modernità, la gigantesca creatività di Shakespeare, il classicismo francese, il fervore progressista dell’Ottocento, la crisi e la rivolta anti-aristotelica del secolo che ci siamo appena lasciati alle spalle.

«È eccitante perché, a differenza del cinema, non ci sono primi piani, quindi una persona deve essere abile a usare ogni centimetro di se stessa.»
(Katie Holmes)

SCHEDA DEL LIBRO

Titolo: Teatro. Personaggio e condizione umana

Autore: Guido Paduano

Casa Editrice: Carocci

Prezzo: €19,00, collana Frecce

Anno di pubblicazione: Marzo 2020


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