Il romanzo “nero” o dell’orrore si afferma nella letteratura europea tra il Settecento e l’Ottocento, ed esprime una reazione alla visione del mondo diffusa dalla filosofia dell’Illuminismo, secondo la quale solo l’esercizio della ragione rende possibile la conoscenza scientifica e oggettiva della realtà. Gli eventi, infatti, non sono spiegabili in modo così facile e completo come pretende la scienza, perché esistono fenomeni che la mente umana non riesce a interpretare in termini di causa e di effetto. Il genere “nero” riporta nella letteratura, e nell’immaginario dell’individuo, tutti quegli aspetti del mistero, dell’occulto, non riconducibili alla sfera del razionale, una dimensione oscura e inquietante della coscienza che l’Illuminismo aveva cercato di eliminare. Il suo scopo è quello di suscitare paura, angoscia e trepidazione per la sorte dei protagonisti, soprattutto perché ricorda al lettore che la nostra dimensione può nascondere orrori e misteri che mettono alla prova le qualità personali dell’uomo e in discussione la sua capacità di rapportarsi con gli altri.

Nel Settecento, secolo di persecutori, perseguitate ed “eroi maledetti”, il genere “nero” si afferma con la pubblicazione del romanzo Il castello di Otranto, dell’inglese Horace Walpole (1717-1797), in quale immaginava che l’opera fosse la trascrizione di una storia ritrovata in un antico manoscritto. La vicenda di Isabella, amata da Corrado e insidiata da Manfredo, è caratterizzata da foschi intrighi, da crudeli delitti e dall’efferato accanirsi del persecutore su una fanciulla dolce e indifesa. Tra gli scrittori “neri” del XVIII secolo spicca Ann Radcliffe, autrice di romanzi celebri come il Il mistero di Udolpho e L’italiano o il confessionale del Penitenti Neri, opere in cui l’orrore è legato ad ambientazioni suggestive e all’analisi della dimensione interiore dei personaggi.

Il frontespizio della terza edizione de Il castello di Otranto (1766)

Nell’Ottocento, ovvero il “secolo d’oro” del romanzo dell’orrore, si consolida la fama di personaggi come il fantasma e il vampiro, il cui fascino si è conservato intatto fino a nostri giorni. Tra gli scrittori più significativi, si collocano John William Polidori (1785-1821), autore del romanzo Il vampiro, e J. Sheridan Le Fanu (1814-1874), il cui romanzo, Carmilla, ha come protagonista una bellissima ed avvenente vampira. Alla fantasia di Mary Shelley (1797-1851) si deve il romanzo Frankenstein: esso fonda i miti dello scienziato moderno, al quale i progressi scientifici conferiscono una sorta di onnipotenza, e della creatura mostruosa che, frutto di esperimenti “proibiti”, finisce per ribellarsi al proprio creatore. Bram Stoker (1847-1912) ha creato la figura più famosa di vampiro, Dracula, il principale protagonista dell’omonimo romanzo, strutturato nella forma di un diario a più voci narrative. I fantasmi sono invece al centro dell’attenzione dello scrittore americano Henry James (1843-1916), autore de Il giro di vite, una ghost story in cui una giovane donna affronta l’orrore della presenza di due entità soprannaturali con la sola forza d’animo e l’intuizione. Tra gli altri scrittori dell’orrore, si ricordano gli americano Edgar Allan Poe (1809-1849), un vero esploratore degli abissi dell’animo umano, dove si annidano allucinazione incubi, e H. P. Lovecraft, creatore di un universo incredibile, popolato di deliri e angosce come di rado la letteratura ha saputo immaginare.

Illustrazione che rappresenta uno shoggoth, una delle creature lovecraftiane che appaiono nel Ciclo di Cthulhu.

Dalla seconda metà del Novecento ad oggi si assiste a una vera e propria esplosione di romanzi dell’orrore: Stephen King (1947) è sicuramente il rappresentante più celebre del romanzo dell’orrore contemporaneo, che ha raggiunto un enorme successo di pubblico con opere come It, Shining, Le notti di Salem. Anna Rice (1941) è l’autrice di un “ciclo di vampiri”, una serie di romanzi densi di personaggi e vicende misteriose che ruotano attorno alla figura del vampiro Lestat. In Italia, il romanzo “nero” è meno praticato di altri generi, come per esempio il “giallo”. Vi si sono cimentati Paolo Maurensig (1943-2021), con Vulkovlad. Il signore dei lupi, e Valerio Evangelisti (1952), con i romanzi dedicati all’inquisitore Eymerich, un frate domenicano che indaga tra misteri e segreti sconvolgenti in una Europa medioevale cupa, sanguinaria e sconvolta dalle guerre di religione.

La casa di Stephen King a Bangor, nel Maine.

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