Per conoscere Grazia Deledda – Una sottile linea biografica

Grazia Deledda nasce a Nuoro, in Sardegna, nel 1871. I pregiudizi e le remore psicologiche di un ambiente familiare piuttosto chiuso fanno sì che, nonostante l’ottimo profitto, debba lasciare l’educazione scolastica subito dopo le scuole elementari. Grazia riesce però a farsi dare delle lezioni private e inizia a leggere in maniera disorganica ma con una costanza e una assiduità determinanti. Le condizioni economiche della famiglia, già molto precarie, non migliorano, e favoriscono il ripiegamento interiore della ragazza, che è indotta ad astrarsi da una realtà poco gratificante e a vivere una fantastica, sognante adolescenza. Da questa emergono le prime pubblicazioni su giornali locali e le prime novelle, nutrite di sogni giovanili, romanticismo letterario, immagini fogazzariane e dannunziane. Nel 1892 la morte del padre segna l’inizio di una maturazione graduale, di cui è testimone l’infittirsi dell’attività letteraria (tra il 1892 e il 1899 Deledda pubblica ben sei libri). Dopo il matrimonio e il trasferimento a Roma, dove resterà fino alla morte (1936), la pubblicazione dei grandi romanzi di inizio secolo (Il vecchio della montagna, 1900; Elias Portolu, 1903; Cenere, 1904; L’edera, 1906) consolida la fama della scrittrice. Sono gli anni felici della vita familiare e del lavoro regolare della scrittura deleddiana, che produrrà altre importanti opere: Colombi e sparvieri (1912), Canne al vento (1913), Marianna Sirca (1915), La madre (1920), Il segreto dell’uomo solitario (1921). La sua narrativa ottiene una notorietà sempre più vasta, tanto che, il 10 dicembre 1926, le viene conferito il Premio Nobel per la Letteratura. Negli ultimi anni pubblica ancora una decina di volumi. In generale, tutta l’attività letteraria di Grazia Deledda risente di motivi autobiografici. Ne è una prova inconfutabile lo stesso realismo documentario, in cui traspaiono gli aspri e selvaggi paesaggi della nativa e tanto amata Sardegna.

I successi di un’autrice di inizio Novecento. I meriti di Grazia Deledda risiedono sia nell’opera letteraria sia nel percorso di vita che la portò all’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura (1926). La decisione dell’Accademia Svedese di conferirle l’onorificenza suscitò scalpore per diversi motivi: la sua formazione culturale era stata quasi esclusivamente da autodidatta; si trattava della seconda donna ad essere insignita del Nobel per la Letteratura (la prima era stata, nel 1909, la svedese Selma Lagerlöf); la sua personalità schiva e riservata, totalmente disinteressata alla mondanità dei circoli letterari, fece rimarcare criticamente ai giornalisti come l’autrice avesse ritirato il premio «senza concedere agli astanti neanche un sorriso».

Il volume

Il volume qui presentato, pubblicato per Ecra nella collana Ecra Letteratura (pp. 120, € 7,00), e intitolato Racconti di Natale, raccoglie dieci straordinarie novelle della scrittrice sarda, legate, più o meno marcatamente, al tema del Natale. In questi racconti è possibile individuare la vena lirica e la tensione etica di Grazia Deledda, presenti anche nei suoi romanzi più celebri. Attilio Momigliano, uno dei più importanti critici letterari del primo Novecento, arrivò a definire la Deledda «un grande poeta dal travaglio morale». Per esaustività, si riporta di seguito la Nota editoriale che apre il volume, in cui si specifica la collocazione delle varie novelle: «I dieci racconti di questo volume furono pubblicati da Grazia Deledda in diverse raccolte di novelle, uscite tra il 1905 e il 1930. Ecco in dettaglio da dove sono tratti: “Il dono di Natale” e “Il vecchio Moisè” da Il dono di Natale, Fratelli Treves, Milano, 1930; “Discesa dalle nuvole” da Il flauto nel bosco, Fratelli Treves, Milano, 1928 (prima ediz. 1923); “La croce d’oro” e “Il padrone” da Il fanciullo nascosto, Fratelli Treves, Milano, 1928; “Lasciare o prendere?”, “Il Natale del consigliere” e “La porta aperta” da Chiaroscuro, Fratelli Treves, Milano, 1921; “Mentre soffia il levante” da I giuochi della vita, Fratelli Treves, Milano, 1905; “Il sogno del pastore” da Il nonno, Nuova Antologia Roma, s.d. (1908)». Anche in queste novelle, come in tutti i suoi migliori romanzi, emergono con evidenza gli episodi che hanno segnato profondamente la vita della stessa scrittrice; ma non bisogna dimenticare la Deledda lettrice della Bibbia e dei grandi romanzi europei, l’impegno etico e civile a un tempo di una scrittrice che ha saputo registrare con una straordinaria lucidità drammi che non sono solo quelli dell’isola nativa, ma sono quelli, in generale, dell’uomo moderno, alle prese con la sua costitutiva solitudine e la sua drammatica incapacità di comunicare. Nonostante ciò, la lucida scrittura della Deledda conferisce a queste novelle una straordinaria resa narrativa, una incisiva atmosfera fiabesca, trasfigurando, tramite un processo di mitizzazione, anche gli elementi più negativi in un’aurea di algida, ma al tempo stesso fulgente, vividezza naturalistica.


SCHEDA DEL LIBRO

Titolo: Racconti di Natale

Autrice: Grazia Deledda

Casa Editrice: Ecra, collana Ecra Letteratura

Prezzo: pp. 120, €7,00

Anno di pubblicazione: 2015


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.