Analisi di “Foglio di via e altri versi”, di Franco Fortini, nell’edizione critica curata e commentata da Bernardo De Luca (pubblicata per Quodlibet, collana Fonti e commenti, pp. 368, € 26).

Nato a Firenze nel 1917 da padre israelita, Franco Fortini si laurea dapprima in Giurisprudenza e poi in Lettere; a Firenze entra in contatto, assai più che con l’ambiente ermetico, con Giacomo Noventa e il gruppo di «Riforma letteraria.» Dopo la tragica esperienza della guerra, Fortini si stabilisce a Milano; lavora dapprima come funzionario della Olivetti, poi come professore di istituti tecnici e di università. Intellettuale attivo e militante, traduttore e critico letterario, Fortini si è sempre confrontato con la letteratura europea, mostrando un pensiero marcatamente autonomo e sapendo prendere le distanze dall’ideologia, quando si sono mostrate le sue contraddizioni in rapporto al potere. Il pensiero di Fortini ha una matrice umanistica, su cui si è innestata la cultura marxista assimilata senza dogmatismi; parallelamente all’attività politica, egli ha condotto una coerente battaglia contro la società dei consumi e di massa, responsabile dell’alienazione dell’uomo, affidando alla poesia la funzione di protesta. Lo strumento con il quale Fortini affida alla poesia il ruolo di «riformatrice del pensiero», non è letterariamente e linguisticamente stravolto come nella letteratura d’avanguardia. Fortini affida ad una forma moderna, generalmente chiara, i contenuti che toccano alcuni nodi della problematica culturale del mondo contemporaneo, come il rapporto dell’intellettuale con la politica, il ruolo dell’intellettuale nella società industriale e, più in generale, le prospettive della letteratura. La critica ha spesso sottolineato come la funzione di Franco Fortini nella cultura del Novecento italiano si possa riassumere nella proposta di una «integrale politicità della poesia» (Pier Vincenzo Mengaldo). Fortini è un poeta politico anche quando parla di fiori e di alberi; infatti il meccanismo allegorico di cui si serve è messo in pratica attraverso una serie di simboli, che si intrecciano in un carosello di richiami espliciti all’attualità politica e civile. «[…] In Fortini la densa attività poetica – nota ancora Mengaldo – è solo un capitolo di una produzione culturale quantitativamente impressionante, che gli ha assicurato un posto di primissimo piano fra gli intellettuali del dopoguerra italiano.»

Scontate le fragili prove ermetizzanti della giovinezza, la poesia di Fortini raggiunge una robusta organicità nella sua prima raccolta, Foglio di via e altri versi, pubblicata nel 1946, subito dopo la fine della guerra. La raccolta contiene una serie di testi scritti nell’’arco temporale 1938-1945, segnato, come ben si conosce, dalla tragica esperienza della Seconda Guerra Mondiale. L’edizione critica qui presentata, – pubblicata per Quodlibet, nella collana Fonti e commenti, pp. 368, € 26 – curata da Bernardo De Luca con il contributo dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, si rifà al testo del 1946, pubblicato per Einaudi grazie all’intercessione di Elio Vittorini. Molti anni dopo la prima pubblicazione (1946), Fortini nel 1967 ripubblica Foglio di via nella collana bianca di Einaudi, che a posteriori, evidenzia De Luca, «rilegge il periodo in cui furono composte le poesie della raccolta.» Continua ancora De Luca: «In questa nuova edizione [1967] l’autore interviene innanzitutto ristabilendo struttura e ordinamento originari […], ma soprattutto sopprimendo e aggiungendo alcuni testi. In particolare, vengono escluse ben sette liriche dalla sezione centrale […]. Sono invece inclusi quattro testi nella prima sezione, […] e tre testi nella sezione finale.» La volontà di proporre in un’edizione critica e puntualmente commentata la raccolta originaria del ’46, e non successive riedizioni con aggiunte, tagli, variazioni politiche e ideologiche, giustifica l’esigenza di «offrire un testo più vicino all’immagine esordiale dell’autore», dove la fisionomia del libro fa evincere l’evoluzione interiore dell’io fortiniano. Sebbene la serie di testi proposta nell’edizione del ’67 sia esteticamente e strutturalmente più valida, essa però risulta sbilanciata «sul momento di autocoscienza politica del soggetto poetico, riconducibile alle esperienze della guerra e della Resistenza.»

Sinteticamente, la raccolta è suddivisa in tre sezioni (Gli anni, Elegie, Altri versi); il libro raccoglie in totale 42 componimenti, suddivisi secondo quest’ordine: incipit (E questo è il sonno), prima sezione (Gli anni) 12 testi, seconda sezione (Elegie) 14 testi, terza sezione (Altri versi) 15 testi. Inoltre il libro è aperto da una breve nota (del 1946) contenente la genesi dell’opera e la dedica al padre, Dino Lattes, scomparso nel 1966. I temi affrontati dal giovane Fortini sono, tra i tanti: lo scontro diretto con gli eventi storici; l’elegia dell’amore e l’introspezione lirica; il riuso manierista e allegorico delle forme della tradizione. Ogni singolo componimento della raccolta è accompagnato da un ampio commento introduttivo, nel quale si esplicitano i temi cardine della poesia analizzata, il contesto, la genesi, alcuni aspetti retorico-formali; segue poi la nota metrica, nella quale De Luca analizza la struttura metrica del componimento. Infine, delle ricche note analizzano puntualmente verso per verso ogni poesia, dichiarandone il senso complessivo, l’interpretazione, la prospettiva storica e la coscienza ideologica. Il libro è concluso inoltre da un’appendice, suddivisa in tre sezioni, che contiene: la prefazione all’edizione del 1967 (Appendice I); i testi inseriti nell’edizione del ’67 (Appendice II), anch’essi curati con commento e note; i testi in traduzione francese che servirono da testi-base per le traduzioni dello stesso Fortini dei Consigli del morto, che erano versioni letterali da antichi canti del folklore rumeno (Chants du mort – folklore roumain).

Pier Vincenzo Mengaldo, nella sua notissima antologia Poeti italiani del Novecento, per Mondadori (I Meridiani, 1978), definisce così la prima opera organica di poesia del giovane Franco Fortini: «[…] già Foglio di via è opera di acerba ma anche robusta novità, tra il tentativo di superare o aggirare la koinè ermetica, cui induce la stessa dura storia di quegli anni, e una connivenza, qua e là magari volontaristica, coi modi del nascente neorealismo, di cui peraltro Fortini rifiuta le forme più ingenue di “impegno” per un precoce senso della oggettività, astrazione intellettuale e distanza mediatrice del prodotto letterario.»

Sapessi il male che soffro, lontano da te, piangeresti.
Ma non esser felice, se t’abbandoni, e vinci!

Quando per te patisco mi consola un’altra creatura:
Suo è il pianto che odo in cuore, quando mi perdo in te.

Franco Fortini, “Cinque elegie brevi”.


SCHEDA DEL LIBRO

Titolo: Foglio di via e altri versi

Autore: Franco Fortini (ediz. critica a cura di Bernardo De Luca)

Casa Editrice: Quodlibet, collana Fonti e Commenti

Prezzo: 26,00 €

Anno di pubblicazione: Marzo 2018


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