Guido Carpi, Storia della letteratura russa. I. Da Pietro il Grande alla rivoluzione d’Ottobre, pp. 740, €24,00, collana Quality Paperbacks.

Nel panorama editoriale italiano, in particolare nel settore della manualistica, v’è stata, fino a non molto tempo fa, una grande assente ingiustificata: una omogenea Storia della letteratura russa, che compendiasse in modo critico ed esaustivo la produzione letteraria sviluppatasi dall’età di Pietro il Grande fino agli anni più recenti. Se manuali sul Novecento letterario italiano, sul romanzo francese dell’Ottocento, sulla storia dei generi latini e greci, sul teatro inglese del Seicento – e chi più ne ha più ne metta – hanno letteralmente colonizzato i reparti librari di critica letteraria, la Russia e la sua influente letteratura sono state oggetto, sì, di attente analisi e critiche, ma mai di una sistematizzazione storico-letteraria, almeno in Italia, degna di nota. Insomma, un problema annoso. In soccorso a questa profonda lacuna giunge Guido Carpi, Professore ordinario di Letteratura russa all’Università “L’Orientale” di Napoli, che ha curato per Carocci Editore una ricchissima storia letteraria russa, in due volumi, per un totale di oltre mille pagine: Storia della letteratura russa. I. Da Pietro il Grande alla rivoluzione d’Ottobre e II. Dalla rivoluzione d’Ottobre a Oggi. Come sarà sicuramente noto, la letteratura russa nasce tardi rispetto alle altre letterature, in particolare quelle dell’Europa occidentale (inglese, italiana, francese, solo per citare le più influenti); ed è costretta, in tempi assai stretti, a forgiare una lingua letteraria elaborando tradizioni sviluppatesi altrove lungo interi secoli. Carpi, in oltre mille pagine, riassume con piglio accademico e completezza scientifica l’evoluzione storica della letteratura russa, attraverso l’analisi precisa e puntuale degli autori e delle loro opere, ponendo particolare attenzione agli avvenimenti storici e alla temperie culturale nel cui orizzonte sono nati gl’immortali capolavori di questa letteratura. Si attraversano quasi quattro secoli di storia, dall’età dello zar Pietro il Grande fino alla morte di Puškin, dai capolavori di Dostoevskij fino alla poesia di Marina Cvetaeva, dall’epopea di Vasilij Grossman fino alla letteratura dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Un quadro completo della letteratura russa, quindi, esaustivo, come si addice ad un buon manuale. È da sottolineare, però, che la preferenza accordata ad un autore piuttosto che a un altro è regola essenziale da seguire per un’operazione editoriale di così ampia portata. La selezione non pregiudica assolutamente la riuscita dell’opera, che, come già ricordato, sopperisce ad una profonda mancanza nel nostro panorama editoriale italiano.

Aleksandr Puškin (1799-1837).

Andrea Augenti, Scavare nel passato. La grande avventura dell’archeologia, pp. 400, €26,00, collana Sfere.

Docente di Archeologia medievale all’Università di Bologna e direttore di numerosi scavi e progetti di ricerca, Andrea Augenti ha recentemente pubblicato per Carocci editore Scavare nel passato. La grande avventura dell’archeologia, un viaggio alla scoperta di storie, luoghi, personaggi, monumenti, rituali che hanno lasciato la loro indelebile traccia nello scorrere del tempo. Che significato aveva il cerchio di pietre di Stonehenge? È realmente esistita la città di Troia? Come è stato ritrovato l’esercito di terracotta di Xi’an? Cosa ci testimoniano, ancora oggi, le antiche rovine di Pompei, dopo la tragica eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.? Chi era l’uomo sepolto nel Tempio delle Iscrizioni a Palenque? Si può fare un’archeologia del mondo contemporaneo, per esempio dei migranti? L’archeologia ci mette in contatto con un passato lontano, all’apparenza quasi mitico e magico, avulso dalla frenesia del presente, ma vivo e ancora pronto a fornirci le risposte alle incessanti domande che gli poniamo. Ma non è tutto qui. L’archeologia, in fondo, non è altro che un modo di fare storia, segue una metodologia precisa e sistematica; è concentrato sugli aspetti materiali delle vicende umane, e può affrontare persino gli argomenti più delicati e scottanti del mondo attuale. Da Lucy a Ötzi, da Tutankhamon a Childerico e a Riccardo III, fino ai migranti che dal Messico si spingono verso gli Stati Uniti, il libro racconta in modo semplice e accattivante, catturando la curiosità del lettore, queste e altre storie, spaziando in tutti i continenti e attraversando tutte le epoche, dalla preistoria ad oggi, e ci fa conoscere alcuni tra i più importanti archeologi e i loro metodi di lavoro. Una ricca selezione di immagini dei luoghi, degli oggetti e dei protagonisti delle varie indagini aiuterà il lettore a immergersi in un viaggio appassionante nello spazio e nel tempo. «Sto scrivendo in un giorno di aprile del 2020, nel pieno dell’epidemia di Coronavirus. Da quasi due mesi passo la maggior parte del mio tempo chiuso in casa: leggo, scrivo, cucino il ragù, ascolto la radio e guardo molti film in Tv. Gioco a tennis da solo, contro il muro di un garage. E penso agli archeologi che verranno tra qualche secolo, e negli strati del nostro tempo troveranno milioni di mascherine in tutti i continenti: la traccia materiale di una tragedia mondiale».

Pompei ed il Vesuvio nel 1900.

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