Impresa di molte opere di critica letteraria, prima fra tutte, nota Pier Vincenzo Mengaldo, la lodevole Estetica hegeliana, è stata quella di mettere a fuoco il concetto di che cosa sia la poesia, dunque che cosa rappresentasse la poesia in un paradigma generale e quali fossero centralmente i suoi obiettivi primari. «I gentili amici della Carocci mi avevano proposto di redigere un testo chiamato “Che cos’è la poesia”, proposta che ho dovuto, se non rifiutare, rettificare perché mi sembrava e mi sembra che fosse cosa da filosofi […]; e ho deviato, sempre col loro consenso, verso il come, cioè verso l’illustrazione di alcuni fenomeni tipici della poesia e dunque di alcuni aspetti del suo funzionamento: cosa ben più adatta al mio mestiere, che è del filologo, e forse adatta anche ad accerchiare per forti esempi la natura stessa della poesia, o almeno certi suoi caratteri peculiari, primi fra tutti quelli che s’ispirano alla concisione e ricorrenza.» Come nota giustamente Mengaldo, celebre filologo, linguista e critico letterario italiano, obiettivo centrale della ricerca è quello di documentare, seppur in modo frammentario, il fulcro attorno al quale si snoda la poesia: il suo “funzionamento” è infatti mosso dal rapporto con la lingua, dalla relazione con la metrica, dal fenomeno della traduzione che l’arricchisce, dal suo vivere entro varianti, dall’importanza della brevitas e dalla concisione, e, tra le altre cose, dal confronto con la musica e le arti figurative. Con uno stile asciutto, sintetico ma al tempo stesso esaustivo, Mengaldo illustra, con una sapiente penna priva di ogni tipo di pregiudizio, il motore dell’intera pratica poetica, giungendo alla conclusione che, come scriveva Kant, «la poesia è l’arte di dare ad un libero gioco dell’immaginazione il carattere di un compito dell’intelletto». Focalizzare, dunque, l’attenzione su come sia la poesia e non su che cosa sia la poesia, porta a testimoniare quanto la pratica poetica possa essere effettivamente ricca di molteplici sfumature, rappresentare una varietà infinita di modi di percepire il mondo, di concretizzare, come detto sopra, il libero gioco dell’immaginazione in un compito specifico dell’intelletto. Centinaia sono oggi le pagine dedicate alla poesia, alla lirica, alla letteratura; migliaia sono le parole impiegate per cavarne il significato più profondo e intimo; piuttosto che l’intenzione, nota Mengaldo, viene documentata la varietà della poesia, il suo essere non una ma molte, la sua straordinaria capacità di penetrare, grazie alla potente forza evocativa che possiede, nella sfera dei sentimenti e delle emozioni di chi legge, mantenendosi sempre viva e sfuggente agli occhi di chi le passa davanti.


L’AUTORE

PIER VINCENZO MENGALDO (1936), professore emerito di Storia della lingua italiana, ha insegnato nelle Università di Genova, Ferrara e Padova, e alla Sorbonne, alla Brown University e a Basilea. Ha ricevuto premi dal Centro nazionale di studi leopardiani e dalla British Academy (Serena Medal).


SCHEDA DEL LIBRO

Titolo: Com’è la poesia

Autore: Pier Vincenzo Mengaldo

Casa Editrice: Carocci Editore

Prezzo: 12,00 €

Anno di pubblicazione: Settembre 2018


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.