Titolo: Il gioco di Ripper

Autrice: Isabel Allende

Editore: Feltrinelli

Pagine: 462

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Non più realismo magico, per Isabel Allende, che con la stesura di questo romanzo si incunea per la prima volta in un genere per lei molto inconsueto, il giallo canonico ambientato negli Stati Uniti. È stato difficile associare questo genere letterario alla sua figura, perché nel romanzo, oltretutto alla scarsa presenza del giallo, prende piede in modo irrevocabile la vena che caratterizza la produzione letteraria della Allende, ovvero quello di trattare le vicende secondo modi più narrativi, descrittivi, e in questo caso facendo uso del romanzo al femminile. Le eccessive e interminabili descrizioni fanno sì che il romanzo perda completamente la sua credibilità di giallo, facendo affogare la vicenda centrale nelle ultime 100 pagine del libro. Le due protagoniste della storia, Indiana Jackson e Amanda Martìn, rispettivamente madre e figlia, hanno un ruolo preponderante all’interno delle vicende, e la loro voce agisce da protagonista indiscussa per tutta l’opera.

Indiana, guaritrice in una clinica olistica, è una donna libera e fiera della propria vita; sposata e separatasi dal padre di Amanda quando era molto giovane, è riluttante a farsi coinvolgere sentimentalmente, che sia con Alan, ricco erede di una delle famiglie dell’alta borghesia di San Francisco, o con Ryan, enigmatico e affascinante navy seal, ferito durante la sua ultima missione. Amanda è l’intelligente figlia adolescente di Indiana, che si diverte a partecipare a un gioco di ruolo online, il gioco di Ripper, che indaga su omicidi puramente inventati dalla fantasia dei partecipanti. Brillante e introversa, affascinata dalla parte oscura della natura umana, ha una dote di investigatrice eccezionale, trasmessa un po’ grazie al lavoro del padre, ispettore capo della sezione omicidi della città di San Francisco.

Quando la città è scossa da una serie di enigmatici omicidi Amanda, assieme ai partecipanti del gioco di Ripper, si getta a capofitto nelle indagini, svelando indizi prima ancora che vengano scoperti dalla polizia, prove che legherebbero i brutali omicidi tra di loro. Aiutato dalla sorprendete dote della figlia, Bob Martìn accetta riluttante il suo aiuto, che si rivelerà poi fondamentale per la risoluzione degli omicidi. Ma il caso diventa fin troppo personale quando sparisce improvvisamente la madre di Amanda, Indiana, in circostanze a dir poco misteriose; scossa profondamente dalla scomparsa della madre, Amanda in un primo momento si getta nel più totale sconforto, ma dopo la giovane detective si ritrova ad affrontare il mistero più complesso che le sia mai capitato, e deve risolverlo prima che sia troppo tardi.

Pesano troppo, su Il gioco di Ripper, i caratteri distintivi della scrittura della Allende: l’ampio spazio dato alla voce femminile e la moltiplicazione dei punti di vista, perfetta in una variopinta saga familiare ma estremamente dispersiva ed eccessiva in un romanzo catalogato come un giallo. Le indagini prendono piede nelle ultima parte del romanzo, dopo infinite pagine dedicate a descrizioni puramente inutili e dispersive, quali il lavoro di Indiana in clinica, ai suoi picnic con Miller, alle sue serate in albergo con Keller, dalle speculazioni di Amanda e dal ritrovamento di un nuovo cadavere.

Personalmente ho trovato questo romanzo abbastanza carino, sicuramente non a livello degli altri scritti di Isabel Allende, ma in fin dei conti accettabile e sufficientemente gradevole, magari da leggere senza molto impegno; comunque tirando le somme l’ho trovato discreto, dandogli una valutazione di 3 stelle su 5. Per chi deve cimentarsi nella primissima lettura di un’opera di Isabel Allende, consiglio di partire da uno dei suoi primi scritti, ma non sicuramente da questo, perché potrebbe spiazzare e magari abbandonare la lettura di una scrittrice di un calibro così alto.

Un saluto, Immagine

 

2 thoughts on “Recensione “Il gioco di Ripper” – Isabel Allende”

  1. Ciao! Prima di tutto ti ringrazio per le recensioni. Davanti ai libri di Isabel sono sempre stata un po’ titubante, infatti non mi sono mai decisa a “rischiare” e leggerne uno. Ma dopo le ultime righe di questa recensione credo sia il momento di farlo. La mia domanda è, mi consigli un suo libro in particolare? Un saluto

    1. Ciao Sara! Grazie a te per aver visitato il mio blog 🙂
      Mi sono avvicinato alla scrittura di Isabel Allende leggendo “la città delle bestie”, “il regno del drago d’oro” e “la foresta dei pigmei” e la loro lettura mi ha colpito positivamente, facendomi dare altre possibilità a questa scrittrice che prima non conoscevo. I libri che ti consiglio assolutamente di leggere per avvicinarsi alla sua scrittura sono “La casa degli spiriti” , “D’amore e ombra”, oppure i tre libri che prima ho citato. Un saluto, Luigi 🙂

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